Fotografo: datti all’ippica!

(e ricorda: la colpa non è mai del cavallo)

Fare un ritratto è un po’ come montare a cavallo. Si può fare in tanti modi. Puoi essere uno di quei cavalieri della domenica, gobbo, con le scarpe da tennis, in fila indiana con gli altri turisti e con cavalli che fanno quello che vogliono, o metterti in gioco, abbandonare con felicità la tua “confort-zone”, assecondare i tuoi desideri e galoppare in un “insieme”al tuo soggetto verso avventure e destinazioni ignote. Facile no? No. In effetti non lo è. È una metafora, ma c’è molto di vero. Uso un sacco di metafore quando insegno o parlo di fotografia, tipo la metafora della cucina: Non è necessario essere un grande cuoco, anzi un grande fotografo, per capire che “cucinare” un buon ritratto non è poi così diverso da cucinare una buona cena. Si può fare una pasta in bianco, magari scotta, o impegnarsi a preparare un’ esperienza “stellata”. Come nel ritratto, in cucina contano gli ingredienti, la loro qualità, la cura con cui vengono scelti, osare nuovi accostamenti di sapori e consistenze.

Ne parleremo con Michael Bertolasi
durante la diretta di martedì 30 maggio alle 21.00

Sarà un dibattito aperto, come di solito facciamo online, su come migliorare il rapporto con il soggetto imparando ad “ascoltarlo”. Inoltre, durante la serata, presenteremo il mio nuovo progetto “L’avventura del ritratto”. Una serie di lezioni di fotografia online che ho deciso di mettere a disposizione di chiunque sia abbastanza curioso e interessato a esplorare davvero il mondo nascosto dietro ad un incontro con il proprio soggetto.

Ne parleremo
con Michael Bertolasi durante la diretta di martedì 30 maggio alle 21.00

Sarà un dibattito aperto, come di solito facciamo online, su come migliorare il rapporto con il soggetto imparando ad “ascoltarlo”. Inoltre, durante la serata, presenteremo il mio nuovo progetto “L’avventura del ritratto”. Una serie di lezioni di fotografia online che ho deciso di mettere a disposizione di chiunque sia abbastanza curioso e interessato a esplorare davvero il mondo nascosto dietro ad un incontro con il proprio soggetto.

Capire la luce, il suo potenziale emotivo, stabilire connessioni non superficiali con il soggetto, testimoniare l’altro attraverso il nostro incontro, sono – alcuni - degli ingredienti di un buon ritratto.

Capire la luce, il suo potenziale emotivo, stabilire connessioni non superficiali con il soggetto, testimoniare l’altro attraverso il nostro incontro, sono – alcuni - degli ingredienti di un buon ritratto.

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